sabato 19 marzo 2016

#passioni: Cuffie NAD VISO HP 50

Cuffie NAD VISO HP 50


Essendomi riavvicinato all'ascolto in cuffia recentemente, sono costretto a dover confrontare queste cuffie chiuse con l'unico buon termine di paragone in mio possesso: una Superlux HD 681 EVO, cioè una cuffia semiaperta.
L'accostamento non è poi così bislacco, dato che le NAD VISO HP 50 si fregiano della tecnologia “Room Feel”, che si propone di ricreare il suono riprodotto in una stanza all'interno dei padiglioni di una cuffia. In pratica, la curva delle frequenze è stata studiata per avere questo tipo di sensazione di ascolto.
Lo spiega molto bene Paul Barton, l'ingegnere PSB e NAD che ha progettato la VISO, in una lunga intervista per Head-Fi.org.



La sorgente di ascolto è composta da questa catena:

Comincio questa recensione dal suo termine, cioè:
1)
Domanda: “Consiglio l'acquisto di queste cuffie?”
Risposta: “Non posso. (Che non è un no.)

2)
Domanda: “Sono contento del mio acquisto?”
Risposta: “Sì.”

Come posso essere contento di un acquisto che non posso consigliare a nessun altro?
La risposta è: “Perché non conosco le dimensioni della vostra testa.”

La vestibilità delle NAD è l'unico grande difetto che, in cascata, può pregiudicare l'esperienza di ascolto.
Vi spiego perché.

Come mostrato dalla foto che segue, all'aumentare dell'estensione dell'archetto cresce anche l'incidenza dell'angolo degli altoparlanti.


Se ci pensate, è una condizione del tutto naturale per delle cuffie con estensione meccanica e non elastica, tuttavia bisogna considerare l'indosso complessivo che è dato dalle dimensioni della testa e dai punti di pressione stabiliti dal progetto costruttivo.
Ho una testa piccola. In quest'altra foto potete vedere come, indossando le cuffia con l'estensione minima, i padiglioni premano sulla parte superiore della testa lasciando uno spazio di fuga per le basse frequenze in quella inferiore, vicino al collo.


Quindi sono costretto a indossare le cuffie con l'estensione a due tacche e con uno spessore tra l'archetto e la testa. Buffo, buffissimo.
Ecco perché non posso consigliarvele. E anche se avete la testa grossa, potrei avere ancora qualche riserva, perché le ho fatte provare a due persone dalla circonferenza cranica maggiore che hanno comunque notato una fuoriuscita di basse frequenze.
Nel momento in cui scrivo questa recensione, le NAD VISO HP 50 si possono trovare a 269 euro (con garanzia italiana). E non me la sento di farvi rischiare tutti questi soldi, e poi devo comunque dare una penalità importante al rapporto prezzo/qualità progettuale. (Attenzione, ho detto “qualità progettuale”, non sonora.)

Allora perché, nonostante questo grave handicap, sono soddisfatto del mio acquisto?
Perché queste cuffie suonano maledettamente bene.

Comincio col dire che posso tenerle sulla testa per ore, sono leggerissime; ma il motivo principale sta nell'attrazione spasmodica che ho verso queste cuffie.
Le NAD chiedono di essere ascoltate. Quando le ripongo, vorrei non farlo. Quando le vedo sul divano, vorrei ascoltarle. Non sono impazzito: queste cuffie hanno un suono incredibilmente naturale, e il piacere di ascolto (e l'invisibilità dell'azione insita nel “mettersi ad ascoltare”) le fa apparire come un'estensione bionica del mio cranio.
La tecnologia “Room Feel” funziona. Non ha nulla di miracoloso, sia ben chiaro, però l'ampiezza del suono è identica a quella delle Superlux HD 681 EVO (semiaperte), tranne che per la sensazione di origine della musica. Nelle Superlux la sorgente è un punto piccolo, nelle NAD è una parete sonora, come si può vedere in questa rappresentazione grafica della geometria musicale percepita. Il suono è dunque rettangolare, ampio, ma senza spigoli.



I bassi (dopo aver indossato le cuffie con la corretta pressione sulle orecchie) sono secchi, precisi, sono dei tocchi pesanti molto veloci, percepibili soprattutto (ma non in modo esclusivo) all'inizio dello spettro acustico. Quelli delle Superlux sono più gonfi, e danno un supporto maggiore ai medi.
Non posso dire di avere una preferenza tra le due sensazioni di ascolto sulle basse frequenze. Mi piacerebbe avere il sostegno dei bassi delle Superlux e la precisione e l'asciuttezza di quelli delle NAD.
Dai grafici di riposta in frequenza si capisce che le gobbe sulle basse frequenze sono invertite nelle due cuffie, ed è chiaro perché le Superlux diano un sostegno maggiore trai 100Hz e i 30Hz e le NAD una consistenza maggiore all'inizio dello spettro acustico.
(Nel grafico di Innerfidelity tenete conto della traccia RAW grigia, non di quella colorata che è una compensazione... troppo lungo da spiegare qui. Sul sito di Innerfidelity c'è un lungo approfondimento.)

NAD VISO HP 50 - fonte Innerfidelity.com (http://www.innerfidelity.com/images/NADVISOHP50.pdf)

SUPERLUX HD681 EVO - fonte Estatica.it (Recensione cuffie Superlux HD681 EVO)

Ricordo che la risposta in frequenza delle NAD è stata progettata per avere questo andamento, e si basa sugli studi acustici di Sean Olive.

I medi e i medio alti sono il punto forte delle NAD. Queste sono cuffie per le voci. Non si possono descrivere diversamente. Non si tratta di dimensioni, le voci possono apparire più grandi o più piccole a seconda della registrazione musicale, si tratta di protagonismo. Le voci riprodotte dalle NAD hanno un palcoscenico ben illuminato (come tutti i suoni che finiscono in questa sezione dello spettro), ma non sono prepotenti, lasciano spazio intorno a loro, come se allargassero le braccia per accogliere gli strumenti attorno.
Fantastico.

Gli alti. Il calo progettato dai 10KHz in su ovviamente si percepisce, però è invisibile. Bizzarro, vero?
Con queste cuffie non ascolto musica classica. Le corde degli strumenti ad arco sono un po' più spesse rispetto alla riproduzione delle Superlux, che invece sono lame di rasoio. Quindi, no, non sono cuffie per la classica (o non specificatamente per essa); e per gli altri generi, vi starete chiedendo? Per questo ho detto poco più su che il calo è invisibile, perché si guadagna in naturalezza di ascolto. Infatti non sto dicendo che gli alti sono chiusi, attutiti; sto dicendo che non “pungono”.
C'è un album, in particolare, che con le Superlux era TOTALMENTE inascoltabile: “The Wheel” di Laura Stevenson. È un album fatto di piatti di batteria, di trilli; e Laura ha pure una voce penetrante, come se al posto della gola avesse una cannuccia. Le Superlux erano semplicemente fastidiose. Non riuscivo ad ascoltare più di una canzone. Le NAD invece sono accoglienti e, soprattutto nella canzone “Bells and Whistles” (nomen omen!), coccolano gli alti così come le Superlux li rendono intrattabili e isterici.

In generale, con le NAD riesco a fare cose mentre ascolto. Le Superlux, invece, pretendono attenzione, sono più affilate, sono prepotenti. Ordinano: “Non avrai altre attività all'infuori di noi!”
Le NAD sono dolci, attente, servizievoli. Buone.

È la somma delle percezioni uditive che rende le NAD cuffie spettacolari.
Il suono è naturale, mai graffiante, ma nemmeno mai opaco e attutito. È preciso, rapido, ortogonalmente esteso. Direi che è “umano”.
È un suono vicino al comfort umano di ascolto.

[Rodaggio: 50 ore circa]




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